Allestita nelle sale del centro culturale di Socchieve (UD), l’esposizione “Il futuro della tradizione. Rassegna carnica – arte – cultura – lavoro” è un immancabile appuntamento estivo, giunto quest’anno alla 36^ edizione. La mostra, promossa dal comitato locale “Gianfrancesco da Tolmezzo” è stata aperta al pubblico per poco più di un mese, dal 27 luglio al 24 agosto 2014. Interventi significativi hanno animato il convegno di apertura: opinioni legate, soprattutto, al valore del lavoro artigianale e alle concrete possibilità di sviluppo dell’area carnica. Moderati dal dottor G. Geatti, presidente del comitato, gli illustri ospiti intervenuti nel corso del dibattito ricoprono alcune tra le più alte cariche sia a livello locale che regionale. Argomentazioni, quelle presentate, che ricalcano i valori chiave dell’esposizione socchievina: quelli che a partire dal 1977 (anno di fondazione dell’evento) hanno animato le intenzioni degli organizzatori di questa rilevante mostra. I trascorsi storici, riassunti dal presidente in occasione del convegno, rammentano però anche la grande importanza di un grosso cambiamento, che dieci anni fa ha mutato radicalmente l’orientamento della rassegna: se l’obiettivo dei fondatori era stato quello di “promuovere la creatività degli artigiani del territorio”, una mutata organizzazione del comitato portò alla decisione di promuovere piuttosto la qualità e la bellezza riscontrabile negli elaborati degli artigiani più abili. Ma il lavoro artigianale è anche (e soprattutto) una possibilità formativa per le generazioni più giovani: lo testimonia un progetto, premiato e promosso nell’ambito dell’esposizione, legato alla produzione di elaborati in terracotta da parte dei bambini d’età scolare (“I ragazzi imparano sin da piccoli a usare la testa e le mani”). Un’occasione di perfezionamento e sviluppo, quindi: fattori, questi, profondamente legati all’ideale di valorizzazione del territorio carnico. Proprio le considerazioni legate al futuro della Carnia hanno particolarmente vivacizzato il convegno: accolti con entusiasmo anche dal pubblico, tali interventi hanno tracciato una panoramica completa della realtà di quest’area alpina, costantemente alla ricerca di una chiara identità e determinata a promuovere la valorizzazione delle risorse locali. Pontenzialità che non sono solo di tipo industriale-artigianale, ma che riguardano anche il patrimonio culturale e la memoria storica. Proprio il valore del passato, della storia quale preziosa ricchezza, ha avuto un ruolo da protagonista nell’ambito della 36^ rassegna carnica: in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, l’associazione “Amici del Forte di Osoppo” ha allestito una sala ricostruendovi una sezione di trincea, accompagnata da oggetti e documenti originali dell’epoca. L’apertura al pubblico di questa sala commemorativa non si è conclusa con l’esposizione: è tutt’ora visitabile e lo sarà ancora almeno per i prossimi due anni. Tra gli oggetti esposti lungo le sale della mostra vi sono molti manufatti curiosi e particolari: opera di artisti locali, fornitori di botteghe della zona. Interessanti le proposte riguardanti gli accessori: raffinatissime borse e deliziosi gioielli, dal design sempre particolare. Colpisce molto anche la sala dedicata esclusivamente alla pittura: particolari tele che affascinano l’osservatore con i loro colori estremamente potenti. Da segnalare anche l’omaggio al recentemente scomparso Elio Martinis (1921-2013), pittore e scultore carnico: le sue opere si distinguono per la varietà di temi e materiali utilizzati. Curatore dell’esposizione è L. Fachin.
Nadia Danelon © centoParole Magazine – riproduzione riservata