“Quasi quasi mi faccio uno” – Sciampo: la palestra di ardimento letterario di Trieste.
“Sciampo”, sottotitolo “la palestra di ardimento letterario”, ha oramai più di dieci anni di vita. Nasce da una idea di Stefano Dongetti e Franco Bulli. Il modo più sbrigativo di definire questo appuntamento è “serata open mic”, ovvero una serata a microfono aperto, in cui il microfono stesso è a disposizione del pubblico per esibirsi in qualunque cosa si voglia.
Prosa, poesia, numeri di cabaret e musica, letture proprie e altrui, monologhi improvvisati, a volte con sprezzo della pazienza del pubblico a volte con rispetto.
Perché ‘Sciampo’?
Un po’ perché suonava bene con la canzone di Gaber, a cui tutti noi, ideatori, animatori e partecipanti, siamo parecchio affezionati; un po’ perché come angolo d’ardimento, nel luogo preposto alle letture, è stata eletta una poltrona rossa da barbiere, oggetto di modernariato messo a disposizione da Franco Bulli, che decine di natiche hanno calcato durante più di una serata. Il sottotitolo ‘palestra di ardimento letterario’ viene fuori invece da un misto d’ironia verso certe prove di coraggio ginnico-sportivo, molto richiesto in un periodo storico di quest’Italia (che ha generato sì drammi, ma anche eccessi e toni espressivi grotteschi), ma anche per la conformazione della prima e ormai storica sede del ‘Naima Jazz Café’, sede unica ed irrinunciabile di queste serate. La prima sede era in uno spazio triestino a tutti ben noto, sito in Via Rossetti.
Uno spazio unico, in cui la sedia su cui leggere era posta esattamente a lato del bancone del bar. Il pubblico era un muro di disattenzione e sete davvero difficile da superare, che metteva alla prova la pazienza, e soprattutto era implicitamente un esercizio per capire che non si veniva certo alle serate ‘Sciampo’ per ottenere consenso o per essere i migliori della serata. Alcuni, con questo tipo di atteggiamento, sono invero intervenuti, e bisogna dire che non sono mai più tornati. Sono restati, più o meno ospiti fissi, coloro che di mettersi in mostra non hanno tanta necessità e che sono disposti a confrontarsi con una possibilità di essere trovati, se non involontariamente comici, addirittura ridicoli.
Nella sua nuova collocazione in via San Francesco la oramai imprescindibile poltrona da barbiere vintage è in uno spazio distante dal bancone del bar, e la necessità di fare a gomitate con chi è interessato ai cocktail più che al resto è scemata. Quel che non è scemato affatto è il piacere di vedere apparire persone nuove con un paio di fogli di carta in mano; vederle sedersi sulla poltrona rossa, aggiustando chi con timidezza, chi con aggressività, il microfono a cui leggere. Una serata reading a tutti gli effetti, aperta a tutti senza distinzioni.
La tradizione dei reading tipicamente Beat è immediatamente dietro l’angolo – una ispirazione Beat tra le tante – e in qualche modo c’è la consapevolezza che il nome di Trieste possa essere un filo conduttore per esperienze di questo tipo. Al di là di ogni velleità di farne uno spazio importante, ma solo nella consapevolezza che anche il più microscopico spazio di espressione libera è importante. Il caffè ‘Trieste’, fondato da un immigrato di Rovigno del ’51 a San Francisco, è un luogo fondamentale nella tradizione Beat. Lì iniziarono ad esibirsi, in assoluta libertà, e forse nella più assoluta inconsapevolezza dell’importanza di quel che facevano per la letteratura, personaggi del calibro di Lawrence Ferlinghetti, Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Gregory Corso.
Alle serate ‘Sciampo’ non c’è alcuna pretesa di confrontarsi con mostri del genere, ci mancherebbe, ma sicuramente un pizzico di quell’atmosfera c’è, se non altro per la assoluta mancanza di voglia di mettersi in competizione e per il desiderio di non volersi mai prendere troppo sul serio.
Molti lettori, di tante età e molte nazionalità. Moltissimi per il piacere di leggere per condividere, e basta. Voci in inglese, francese, croato, rumeno… scoprendo libri ed autori che non conoscevamo e ascoltando momenti di vera e spontanea condivisione di fatti estremamente personali. Ridendo un sacco, sempre ‘con’ chi leggeva però, mai ‘di’, e a volte provato un briciolo di commozione
C’è anche sempre buona musica, a volte regalata da insospettabilmente bravi che siedono dietro al microfono, sempre invece con la presenza del Sax di Piero Purini, uno dei musicisti Jazz triestini di maggiore notorietà, che si presta ad intercalare le letture con stacchi a volte belli ed a volte ironici, se non caustici.
La cadenza di ‘Sciampo’ è variata spesso nel tempo, meno spesso è cambiato il giorno della settimana preposto. Al momento cade ogni due settimane, al lunedì, ma in passato è stato quasi sempre un appuntamento del martedì, con cadenza a volte settimanale, a volte quasi mensile.
Il passaparola è il metodo di divulgazione dell’appuntamento, ed in tempi più recenti Facebook. (che è per certi versi il ‘passaparola 2.0’), unici metodi di pubblicità. Per il resto e per capire bene la particolare atmosfera, bisogna passare; magari, con qualcosa da leggere!
di Vincenzo Russo